Una pubblica amministrazione anziana, in cui l'età media del personale è di 50,7 anni, con il 16,9% di dipendenti over 60 e appena il 2,9% under 30. E’ questo il quadro del lavoro pubblico nel nostro paese secondo una ricerca presentata oggi in apertura di ''Forum Pa 2020 - Resilienza digitale".
Secondo lo studio, inoltrer, in un decennio tra il 2008 e il 2018 la Pa italiana ha perso circa 212mila persone, pari al 6,2% del personale. Le amministrazioni più colpite sono state le Regioni e le autonomie locali, che hanno visto ridursi 100mila dipendenti, pari al 19,5% dei propri lavoratori. Seguono la Sanità, con -41mila addetti, e i Ministeri, con -36mila. Saldo positivo, invece, per gli Enti di ricerca, che hanno inserito circa 5.
Il risultato di tutto ciò: nel 2021 per la prima volta da sempre, avremo più pensionati ex dipendenti pubblici che dipendenti pubblici attivi. Il possibile sorpasso può essere determinato dal continuo calo del personale, un equilibrio fra ingressi e uscite che, nonostante lo sblocco del turnover, non è ancora stato raggiunto. A fronte di 3,2 milioni di impiegati pubblici italiani i pensionati pubblici sono già 3 milioni.
La pensione anticipata è stata parzialmente accelerata da Quota 100, nel 2019 sono uscite anticipatamente dalla Pa 90 mila persone, ma è comunque prassi comune: il 57,7% dei pensionati pubblici attuali ha optato per il ritiro anticipato, solo il 13,7% per raggiunti limiti di età . Risultato: solo dal 2018 a oggi sono andati in pensione 300mila dipendenti pubblici a fronte di circa 112mila nuove assunzioni e 1.700 stabilizzazioni di precari nel solo 2018.
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