"La recente sentenza che ha dato ragione ad un lavoratore della vigilanza privata non armata, impiegato in un supermercato, che chiedeva un adeguamento del salario ritenuto troppo basso nonostante regolato dal contratto collettivo nazionale, è di un'enorme importanza". Sono le parole della capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Lavoro della Camera, Valentina Barzotti.
Il riferimento è alla sentenza n. 27711 del 2 ottobre, con cui la Suprema Corte ha sancito che, ai fini della valutazione della "giusta retribuzione", non sarebbe sufficiente il solo confronto con le retribuzioni previste da CCNL di settori affini, ma bisognerebbe tenere conto anche di altri indicatori economici e statistici, nonché la Direttiva Ue 2022/2041.
"In passato - continua Losinno - i Giudici si erano limitati ad adeguare ai principi dell’art. 36 della Costituzione le retribuzioni fissate dai contratti collettivi firmati da sindacati privi di una reale rappresentanza, ovvero laddove il datore di lavoro non applicava alcun contratto collettivo. Adesso è probabile un aumento delle cause in materia da parte dei lavoratori che ritengano di aver un trattamento retributivo non adeguato.
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