Di Maio: Non facciamo il gioco delle Ong. Nel caos gli sbarchi aumentano

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Di Maio: «Non facciamo il gioco delle Ong. Nel caos, più sbarchi. Con gli alleati ritrovato il metodo»

Luigi Di Maio, dopo Sea Watch ora c’è Mediterranea. Lei ha parlato di un grande show di speculazione politica. Ma anche il governo italiano con la sua posizione ne è responsabile.

Lei ha detto che vede bene commissario Ue un italiano che sia amico degli italiani. Giorgetti risponde al profilo?Che nomi ha in mente? Su Autostrade i tecnici del Mit hanno sconsigliato la revoca. Siete convinti di procedere o crede che ci sia un margine per rinegoziare la concessione?

 

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Per molti non si tratta di un gioco! Dormi bene!

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Per l’emergenza climatica nel 2050 ben 135 milioni di persone si aggiungeranno al popolo dei migranti economici - La StampaGentile Giovannini, a proposito di clima: nessuno parla con sufficiente enfasi del catastrofico aumento della popolazione. Più gente ci sarà nel mondo e più inquinamento, più consumo di risorse e di territorio, più distruzione di biodiversità ci saranno. Vareno Boreatti Egregio Roberto,vorrei sottoporle due domande che ultimamente mi faccio spesso. La prima: ogni volta che si parla di emergenza climatica i politici spargono fiumi di retorica e belle parole. Ma come mai, invece, quando si tratta di fare i fatti, sono tutti così parchi di azioni concrete in grado di dare risultati? La seconda questione che vorrei porle riguarda i migranti, di cui si parla tantissimo sui giornali e in televisione, e non solo. Si fanno tante polemiche per l’arrivo di quaranta o cinquanta poveracci venuti in Italia a cercare fortuna a bordo di un barcone. Ma da quello che sappiamo, oggi su questo pianeta siamo quasi otto miliardi di esseri umani, tutti in corsa per sopravvivere o per migliorare il proprio tenore di vita. Tra un po’ di anni saremo dieci miliardi. E tutti gli esperti avvertono che quando cominceranno i disastri climatici (quando cominceranno, e non se, perché è chiaro a tutti che certe cose saranno inevitabili) centinaia e centinaia di milioni di disperati cercheranno di scappare per approdare in qualche luogo del mondo più sicuro. Altro che gommoni, barconi, quando succederà! Come si fa a far finta di niente di fronte a questa preoccupante prospettiva? Che si può fare?Lei che ne pensa? Francesco Canzio Gentili lettori,il tema dell’equilibrio tra popolazione e risorse disponibili c’è: siamo 7,7 miliardi oggi, 9,7 miliardi nel 2050, 11 miliardi nel 2100. E se ora consumiamo 1,5 volte le risorse ambientali esistenti sulla Terra, è facile prevedere guai, tanto più che si stima che nel 2050 ben 135 milioni di persone (86 milioni in Africa) per l’emergenza climatica si aggiungeranno al popolo dei migranti «economici». Non è detto che tutti vogliano venire qui. Ma è certissimo c
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Dopo 70 anni tre italiani ai sedicesimi di Wimbledon. Oggi tocca a Fabbiano - La StampaUn’erba così azzurra non la vedevamo da 70 anni: era dal 1949 che tre italiani non arrivavano nei sedicesimi di Wimbledon. Allora in realtà furono quattro: Marcello e Rolando del Bello, Gianni Cucelli e Vanni Canepele. Nomi che agli appassionati di oggi dicono poco. Era un’Italia diversa, appena uscita dalla guerra, che sulle strade del Giro tifava per Coppi e Bartali, era diverso anche il tennis, e Wimbledon un paradiso per pochi eletti un filo (o tanto) snob.I tre moschettieri di oggi sono Fabio Fognini, Matteo Berrettini, e Thomas Fabbiano, che oggi prima di tutti cerca un posto negli ottavi contro Fernando Verdasco. Un traguardo difficile, non impossibile per Tommy, figlio di un medico ex sindaco di San Giorgio Jonico, che in un mondo di atleti dal fisico impressionante fa valere le ragioni di chi ha misure normali - un metro e 73 - ma talento, grinta, fosforo da vendere. Tra il 30enne Fabbiano, che oggi è numero 89 del mondo ed è stato la massimo 70 nel 2017, e il 35 enne mancino di Madrid, oggi numero 37 ma con un passato da top ten (n.7 giusto dieci anni fa) c’è un solo precedente, al torneo di Dubai di quest’anno. Ha vinto Verdasco, ma in tre set. A Wimbledon ‘Nando’ è arrivato nei quarti nel 2013, Thomas negli ottavi non è mai arrivato in nessuno Slam, ma può diventare il quinto italiano di sempre a riuscirci a Wimbledon nell’era Open dopo Adriano Panatta (1979), Davide Sanguinetti (1978), Gianluca Pozzi (2000) e Andreas Seppi (2013). Da junior era una promessa, semifinalista sia in Australia sia a New York nel 2007 (e vincitore in doppio a Parigi nello stesso anno), da professionista le soddisfazioni più grandi ha iniziato a prendersele a ridosso dei 30 anni. Domani toccherà a Berrettini e Fognini, che ieri hanno battuto rispettivamente Baghdatis, il giocoliere cipriota, ex numero 8 del mondo, giunto all’ultima partita della sua lunga carriera, e l’ungherese Maton Fucsovics, che ha costretto Fabio nuovamente al quinto set. Anche per loro gli ottavi non son Evviva l'Italia che conta.
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