Sono mesi che gli scienziati, virologi e microbiologhi in primis, sottolineano l’importanza di studiare attraverso ilperché solo così si può capire come il virus muta. E sappiamo che il coronavirus, che scatena Covid, è già cambiato migliaia di volte. Ma “non tutte le mutazioni” del coronavirus pandemico “peggiorano la situazione. Anzi.
Quello che gli scienziati ricordano è che solo le varianti più vantaggiose per il virus circolano e si impongono. E quelle che vengono sequenziate in tutto il mondo hanno già soppiantato da tempo il ceppo originario di Wuhan. Dalle ultime analisi emerge anche molte di queste, il che ha portato per ora a non inficiare il lavoro dei vaccini. Nei giorni scorsi anche dal laboratorio di Virologia Molecolare del San Matteo di Pavia è arrivata una buona notizia.
Lo studio del virus “che non può mutare all’infinito” ha portato all’ipotesi che Sars Cov 2 sembra mutare sempre negli stessi posti: “E, come abbiamo notato più volte, la mutazione 484 ritorna. Quindi questo significa che più di tanto un virus non può trasformarsi nel punto in cui la proteina Spike aggancia le cellule”.
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