Arriva nei cinema italiani il film diretto dal giovane regista ungherese Gábor Reisz, vincitore del premio Orizzonti al Festival di Venezia 2023. Ecco la recensione di Una spiegazione per tutto di Federico Gironi.Il primo, è che Gábor Reisz - ungherese, classe 1980 - è bravo.
Il succo del discorso è il seguente: è estate, siamo a Budapest, c’è un ragazzo che si chiama Ábel che deve sostenere l’esame di maturità. Ábel è innamorato di una compagna di classe che si chiama Janka, che però vede in lui solo un amico, avendo a sua volta unicamente occhi per il loro aitante e liberale professore di storia, Jakab.
, incarnate da un lato da Jakab e dall’altra da György, due modi di vivere la politica, la scuola, l’insegnamento, la società, l'ideologia. Eccetera eccetera., pur con tutta l’abilità di racconto di Reisz, che non fa pesare troppo le più di due ore del suoi film , i suoi cambi di prospettiva e punto di vista, la sua capacità con la macchina da presa, pur con tutto questo,. L’esercizio di messa in bella copia di una tesi un po’ ovvia, e senza particolari risultati.
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