Sei metri sotto i prati ormai fioriti del parco - sopra la testa quattro metri di cemento armato - trema il pavimento sotto i piedi e suonano le sirene mentre il frastuono delle bombe risuona tra le pareti curve come quelle di un sommergibile. E' il momento più emozionante della visita al Rifugio Antiaereo e al Bunker di Villa Torlonia, a Roma , che da domani tornano aperti al pubblico.
La mostra, curata da Federica Pirani e Annapaola Agati, con la collaborazione dell'assessorato capitolino alla Cultura, della Soprintendenza Capitolina e l'organizzazione di Zetema, è un'occasione per fare luce su una delle pagine più buie e drammatiche della città, colpita da 51 bombardamenti aerei tra luglio 1943 e maggio 1944.
Nelle sale successive, grazie ai contributi dell'istituto Luce, rivive il periodo storico dei bombardamenti. Tre sale sono dedicate alla vita nei rifugi con delle proiezioni sincronizzate. Le due prospettive di chi bombarda e di chi è bombardato convergono in una sala dove sul pavimento sono proiettate le immagini riprese dagli aerei in azione, e sulle pareti Roma in macerie: Poi, attraverso una ripida scala, si scende al bunker vero e proprio, lasciato spoglio da oggetti e proiezioni.
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