Ignazio Marino prima e Virginia Raggi dopo, sono stati i due sindaci dell’epoca della post-politica. Intendendo per quest’ultima, una condizione nella quale non valgono più le tradizionali dinamiche politiche fatte di partiti, istituzioni e ideologie, ma prendono il sopravvento attori “non politici”, come possono essere gruppi di interessi esterni ai partiti e alle istituzioni, testimonial mass-mediatici e influencer social.
Seguì Virginia Raggi che, al di là del suo profilo politico, oggettivamente al tempo inadeguato a ricoprire la carica di sindaco, nel 2016 stravinse proprio a maturazione di un processo di rigetto da parte del Paese e, soprattutto, dei romani nei confronti dei Partiti politici tradizionali, soprattutto dopo lo scandalo di Mafia Capitale.
Negli anni, sia durante la Giunta Marino che quella Raggi, ebbi modo di scrivere numerosi articoli sulla loro avventura politica. Sul primo scrissi addirittura un libro . Proprio perché la loro tipologia politica, il loro stile, la loro narrazione - a seconda dei punti di vista - davano diversi spunti di riflessione, di scontro, di criticità, oppure di condivisione, empatia e ammirazione. Vi erano i sostenitori e i detrattori, sia per Marino che per Raggi.
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