Fatumata e Amadou sorridono, insieme alle due figlie piccole, nin un cortile di Pianezza. La fotografia è stata scattata poco più di un anno fa ed è un perfetto spot per l’integrazione: una famiglia che apre le porte di casa a un’altra famiglia, regalando una seconda vita. «Non è stato facile - ammette Alessandra Pegoraro - Ma quando vedi il sorriso di queste persone, tutti gli sforzi sono ripagati».
Un giorno di maggio, nel 2019, cambia tutto. «Per la prima volta si sono aperti - ricorda Alessandra - e ci hanno raccontato quello che si erano tenuti dentro». Una specie di confessione: la fuga dalla Guinea Bissau quando Fatumata ha capito che le sue due bimbe, come lei, avrebbero subito l’infibulazione; le torture in Libia; l’odissea in mare per raggiungere il sogno italiano. «Quel giorno abbiamo visto Fatumata e Amadou esausti.
Intanto Amadou trova un lavoro come sarto, le bambine iniziano ad andare all’asilo e Fatumata prepara l’esame di terza media. «Le bimbe, che avevano qualche contraccolpo psicologico, sono rinate quando sono venute a vivere qui», dice Alessandra. Il mondo di Fatumata e Amadou, che intanto ha ottenuto l’assunzione, è cambiato. Dopo un anno di Iesm, la famiglia trova un alloggio in affitto e ora vive da sola. «Continuiamo a vederci ogni volta che possiamo», dice Alessandra.
Sarebbe possibile sapere quanto ha incassato dei nostri soldi di contribuenti la Cooperativa Nemo per questa misericordia?
Bene.
E quindi?
Ancora....
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