TORINO. Non trova pace neanche da morto il povero Mostafa Ait Bella. La salma del senzatetto marocchino, trovato cadavere un mese fa nel dehors di un bar di corso Re Umberto, ucciso da una malattia cronica e dal freddo, sta vagando da giorni in Europa in attesa di rimpatrio. Da un aeroporto all’altro: Malpensa, Lione, Parigi. A causa del blocco delle frontiere disposto lunedì scorso, primo marzo, dalle autorità del Marocco per fronteggiare l’emergenza Covid.
Ma questa storia è quasi un giallo. Dopo il nulla osta alla sepoltura, nel pomeriggio del primo marzo scorso si è tenuta una cerimonia d’addio nel cortile dell’obitorio del cimitero Parco. Un saluto a cui hanno partecipato gli ambulanti del mercato di via San Secondo, che aiutavano Mostafa a sopravvivere malgrado le sue miserie, e i rappresentanti dell’associazione «Diritti e dignità», vicina ai migranti residenti a Torino.
Lunedì scorso, in serata, ha lasciato Torino su un carro funebre della società Albakii di via Chivasso, ditta specializzata in servizi mortuari per migranti. Il rimpatrio era previsto da Malpensa. Poi in nottata si sono chiuse le frontiere. All’improvviso è iniziato il calvario della salma. Che fine ha fatto?«Non sappiamo dove il feretro di Mostafa sia stato parcheggiato per giorni. L’agenzia ha fatto dei pasticci.
Ieri, nel pomeriggio, gli amici ambulanti hanno ricevuto al telefono una risposta diversa dalla ditta: «Tornerà a casa domenica 7 marzo, da Lione, con un volo delle 19,15». L’agenzia, ieri sera, ha affermato invece che la salma parte oggi da Parigi. Anche il prezzo del servizio ha subito dei ritocchi. Prima 2.000 euro, poi 2.400, e altri 1.300 per il passaggio in Francia.
Morto di povertà in solitudine, ora è circondato in compagnia delle pie donne..
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