ALESSANDRIA. Quando eravamo comunisti, com’era Alessandria? Anzi: cosa è stato il comunismo in una città che vantava il primo sindaco socialista d’Italia ? Una città che ancora negli Anni 80 del secolo scorso era «roccaforte rossa»: guidata da amministrazioni di sinistra dal 1906 all’avvento del fascismo, poi dal ’45 al 1993 .
Alla fine del 1921 la Federazione alessandrina del Partito Comunista d’Italia appena nato conta 68 sezioni con 2.626 iscritti e controlla 24 leghe alla Camera del lavoro. L’esecutivo è formato da Ercole Ferraris , Ambrogio Belloni, Duilio Remondino , Stefano Ongarelli, Teresa Aracco , Luigi Ceriana.«Una città dove il socialismo è molto radicato e si confronta con un movimento nuovo, fatto in gran parte di ventenni.
spiega Franco Livorsi, consigliere e assessore Pci negli Anni ’70 e ’80, una carriera di docente in Dottrine politiche conclusa 10 anni fa alla Statale di Milano , con all’attivo anche un libro su Amadeo Bordiga, il primo segretario -. Invece Belloni, già assessore nel 1899, era il tipico massimalista di sinistra, portatore degli ideali di un socialismo romantico-rivoluzionario, quelli che Gramsci dopo il convegno di Imola definì “le barbe che non piacevano”».«La scissione riscosse molti consensi tra gli operai.
Il PCI è verosimilmente stato la base per molte delle scelte democratiche della nostra nazione. Non si può negargli questo
Errare è umano perseverare è stupido
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