Mandare Gianni Schicchi all’inferno con Dante e Puccini è un vero piacere

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Al Municipale di Piacenza una bella produzione dell’opera preceduta dalla lettura della «Divina commedia» che l’ispirò. Bravissimo il protagonista, Roberto De Candia

PIACENZA. Lo si dice per l'ennesima volta non perché a forza di ripeterle le circostanze diventino vere, ma perché lo sono già, e con palmare evidenza: i teatri cosiddetti «di tradizione», a disparità di mezzi lavorano di più e meglio delle pachidermiche fondazioni lirico-sinfoniche, vittime della loro stessa mole. L'attuale situazione di emergenza non ha fatto che ribadirlo.

Dunque, lo streaming. I teatri emiliani hanno messo su una piattaforma, operastreaming.com, che funziona assai bene. Adesso ci arriverà anche ildi Puccini visto al Municipale di Piacenza il 22, senza pubblico ma con qualche esponente della kasta giornalistica ben mimetizzato in galleria, preceduto dalla lettura dell'attore piacentino Mino Manni del Trentesimo dell', dove appunto padre Dante infierisce su Schicchi.

A Piacenza, a conferma di quanto premesso, hanno fatto le cose benissimo. La direzione di Massimiliano Stefanelli è notevole e non del genere, absit iniura verbis, che ti aspetteresti in provincia.

La compagnia poi è ottima, a cominciare dal pattuglione dei comprimari che talvolta ha soltanto il limite di non far capire tutte le parole. Confesso poi di aver fatto la trasferta per Giuliana Gianfaldoni che cantava Lauretta. Ogni volta che lo ascolto, questo giovane soprano mi sembra in crescita, e sempre di una finezza vocale e musicale sorprendenti. Speriamo che i pachidermi di cui sopra se ne accorgano . Interessante anche il giovin tenore Matteo Desole come Rinuccio.

Poiché infine alle volte le ciambelle escono davvero con il buco, funziona anche lo spettacolo. Renato Bonajuto colloca l'azione in un Novecento indefinito fra i Trenta e i Cinquanta, ma prima di sbottare «povero Puccini!» o «uffa, ancora?» bisogna ricordare una volta di più che a teatro l'importante non è solo cosa si fa, ma come.

 

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