«Il progetto è nato durante il lockdown. Avevo visto che Andrea Mastrovito artista di Bergamo che vive a New York e che stimo molto, aveva organizzato una raccolta fondi per rispondere all’emergenza. E ho deciso che volevo fare qualcosa anch’io». Per decidere cosa fare, a Valerio Berruti è bastato guardare i suoi due figli. «Si abbracciano di continuo.
La cosa che mi mancava di più in quel momento era proprio l’idea di abbracciare le persone a cui voglio bene . Io sono molto fisico, non sopporto le videochiamate e ho subito pensato che questa mancanza di contatto potesse diventare il centro di tutto». Ed era il centro corretto perché in soli tre giorni Berruti ha raggiunto 778 donazioni , per un totale di oltre 270mila euro. La sua mancanza di contatto, la sua nostalgia verso l’abbraccio ha parlato a tantissime persone, che nei disegni realizzato dall’artista hanno cercato l’incanto di questo gesto. «Mi ha stupito l’unione, l’abbraccio delle persone a me e all’iniziativa, che grazie ai social è diventata virale».
«che in questo momento esegue tamponi a domicilio e quando sarà finita l’emergenza coronavirus assisterà direttamente a casa le persone più deboli. Un servizio che non esisteva in tutto il sud Piemonte». In questo tempo che vuole negare l’umanità, la prossimità, anche se solo disegnata, è l’abbraccio più forte.
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