La palestra ambulante del preparatore dietro la rinascita dello slalom azzurro - La Stampa

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Fabio Dolino da responsabile del palazzetto a Sestriere alla Coppa del Mondo.

l mondo di “Tola” era il Palazzetto dello Sport del Colle. Da allenatore dello sci club Sestriere, ci passava le estati per far correre i ragazzini. Poi nel 2009 ne era diventato il responsabile. Fino a poco più di sei mesi fa, quando ha messo la sua attrezzatura in un pulmino: il bilanciere, i pesi, il tappeto elastico. Una palestra ambulante per le rifiniture di Gross, Vinatzer e compagni.

Due podi nelle prime cinque gare, dopo due anni e mezzo di niente. «L’obiettivo stagionale è stato centrato, stiamo andando bene. Che peccato l’infortunio di Moelgg» racconta Fabio di ritorno da Adelboden. Adesso viaggia sempre, è spesso lontano dalle figlie e dalla moglie Simona Novara, ex nazionale e coach. «Quando sono con la squadra non vorrei essere da nessuna altra parte. Lavorare per la Coppa del Mondo era il mio sogno.

C’è chi ha bisogno di caricare fino a poco prima del cancelletto, chi deve uscire dagli schemi: «A volte assecondo le richieste, anche se non le condivido, perché la serenità è più importante e certe cose non vanno dette. Nello slalom non c’è tempo di sbagliare, la testa è tutto. Prima di una gara bisogna essere positivi, i problemi si affrontano dopo». Non al traguardo, però, dove “Tola” aspetta di solito gli italiani.

Se sono andati bene, festa. Come a Val d’Isère, quando Stefano Gross ha chiuso terzo: con lui Bianco Dolino collabora a tempo pieno, non solo in nazionale. Lo ha aiutato a tornare a ruggire dopo l’operazione: «E’ un leone, un lottatore. Vinni invece è un talento pazzesco. Il nostro futuro». Alex Vinatzer, il gigante ventenne che ha conquistato il suo primo podio a Zagabria, non ha bisogno di troppa potenza.

E di tecnologia: sensori, luci per stimolare la reattività, accelerometri. Fabio tiene tutto nel suo pulmino

 

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