I viaggi si sono concentrati su località prettamente turistiche come l’isola di Hainan dove, durante la Golden week, anche grazie a una recente politica sul tax free le vendite nei mall sono salite di oltre il 148% a oltre il miliardo di remimbi, quindi circa 130 milioni di euro. I beni più comprati? Beauty e profumi, orologi e gioielli.
Ad aver raccolto i dati citati per tracciare un quadro aggiornato dell’andamento del mercato cinese è Retex, società che opera nel settore retail in Cina e unico partner europeo di Tencent, il colosso cinese cui fa capo il social Wechat.
A vincere non sono solo i big brand ma anche i marchi di nicchia: «Durante il lockdown le persone chiuse in casa hanno passato ore sui social. Chi ha saputo comunicare bene e attraverso i canali giusti il proprio brand “di nicchia” oggi ha sicuramente acquistato clienti».
A riprova del fatto che il made in Italy ha successo anche senza il vessillo dei super brand, il caso della start up Mirta, piattaforma e-commerce che vende prodotti degli artigiani italiani: forte dei risultati ottenuti durante il lockdown, è sbarcata in Cina utilizzando Red, la piattaforma di social-commerce cinese che conta oltre 300 milioni di utenti. L’obiettivo per Mirta, è raggiungere i 2,5 milioni di visite uniche mensili alla piattaforma nell’arco dei prossimi sei mesi.
E meno male che ci sono i Comunisti CINESI A TRASCINARE IL CAPITALISMO /////GRANDEEÈEEE COMUNISTI SEMPRE 👍👍👍👍👍👍👍👍👍👍
Il lusso si regge sui fondamentali. Coglioni, ancora date spazio al nulla che avanza?
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