C’è qualcosa di strisciante, nella crisi attuale della famiglia reale britannica, con il principe Andrea sotto i riflettori giudiziari per il coinvolgimento nello scandalo Epstein e il principe Harry in fuga verso il Canada per assecondare la voglia di indipendenza e l’orgoglio da commoner di Megan Markle. Un’ombra che incombe da sempre, sul sistema dinastico inglese, in questo senso ancora del tutto feudale: il ruolo cruciale e negletto del secondogenito.
Eppure, a ben guardare, il ‘900 è stato il secolo dei secondogeniti: era un secondogenito Giorgio V, nipotino della regina Vittoria, nato solo 17 mesi dopo il fratello erede Alberto Vittorio ed educato accanto a lui senza alcuna prospettiva di accedere al trono. Ma il fratello morì per una polmonite a 28 anni poco prima del matrimonio, e così toccò al timido George diventare re. A succedergli, di nuovo, non sarà il figlio primogenito Edoardo ma il secondogenito Alberto.
In realtà a giudizio degli storici sia Giorgio V che Giorgio VI furono ottimi re, probabilmente migliori di quanto sarebbero stati i loro fratelli maggiori: chissà che non avesse questo in mente l’irrequieto Andrea, quando ha buttato la sua vita tra scandali e frequentazioni dubbie, e chissà se sia anche dovuta al desiderio di sfuggire al destino dell’ombra la decisione di Harry di rinunciare al suo status e seguire Meghan in Canada.
Vorrei avere il suo triste destino
Credo che qualche milione di persone vorrebbero essere uguali e privilegiate ruote di scorta
...Tristissimo 😂😂😂🤣
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