Il “bocia” emigrato Armone che in Aquitania divenne un impresario di successo

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A Donato la mostra “Ciao Francia”

Si chiamava Innocenzo Armone, era nato a Mongrando e, come tanti biellesi, nel primi anni del 1900 emigrò a Bordeaux, in Francia per lavorare come muratore. A differenza degli altri però, in pochi anni, riuscì con solo 2 dipendenti a ottenere una serie di incarichi sempre più importanti fino a quando, nel 1935, venne incarico dalla congregazione religiosa, di trasformare un'azienda agricola in un convento.

«Possediamo circa una trentina di biografie documentate come quella di Armone - dice Ivano Maffeo responsabile della cellula ecomuseale di Donato sull'emigrazione -. Persone che hanno lasciato la Valle Elvo in cerca di fortuna in Francia all'inizio del secolo scorso. La loro storia è raccontata dai nipoti, tutti residenti all'estero, affascinati dalla voglia di riscatto del loro nonni».

Innocenzo andava con lo zio ogni domenica ad arrotondare il mensile guadagnato lavorando come muratore, prestando servizio presso il proprietario di una grossa azienda vinicola, Jean Monteil «Impressionato dalle spiccate capacità del giovane, il proprietario dell'impresa gli fece conoscere la nipote Marie Louise con la quale si sposò e decise di mettersi in proprio nel lavoro – racconta ancora Maffeo -.

 

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