I Savoia, dieci storie degne dei Borgia

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Streghe, corsari, delitti, crociate, sostituzione di bambini, papi e antipapi: in un libro di Luigi Grassia un decalogo di vicende misconosciute, scoperte negli archivi della dinastia sabauda

Streghe, corsari, delitti, crociate, sostituzione di bambini, papi e antipapi: in un libro di Luigi Grassia un decalogo di vicende misconosciute, scoperte negli archivi della dinastia sabaudaChe la storia dei Savoia fosse ricca di luci e ombre era noto a chiunque abbia un poco di dimestichezza con le vicende di questo nostro meraviglioso e disgraziato Paese: dall’unità d’Italia all’8 settembre, la parabola della Casa regnante giunta a Torino da Chambery ha segnato per lungo tempo, nel bene...

E dunque, pronti-via: aperto il libro di Grassia, si sale su una sorta di ottovolante. Perché come scrive l’autore “le vicende dei Savoia sono sempre un po’ sopra le righe, un po’ esagerate, e hanno una proiezione sul mondo che manca alle altre grandi famiglie italiane, pur protagoniste della Storia europea, come i Medici, i Doria, i Dandolo o i Farnese”.

Si dà il caso, per esempio, che certi pirati cosiddetti del Madagascar, i quali in realtà erano gentiluomini nati anziché nell’isola africana a Boston, New York e Filadelfia, all’inizio del Settecento – quando ormai le gesta di Sir Francis Drake o di Henry Morgan non erano che un ricordo – infastidivano assai l’Inghilterra, grande potenza marittima dell’epoca.

I Savoia del resto più che all’Africa guardavano da sempre all’Est, all’Oriente misterioso: dove quattro secoli prima, nel 1328, Giovanna di Savoia si insediò a Costantinopoli come imperatrice consorte sotto il nome di Anna Peleologina, salvo poi esercitare lei sola il potere nella capitale e nell’impero, una volta rimasta vedova.

Non sto andando in ordine cronologico, perché così fa questo libro, a un tempo interessante e divertente, in cui si viene a scoprire, tra le altre cose, che quattro secoli prima che un Savoia diventasse Re d’Italia, un suo avo era già Re di Cipro: solo per un anno, però, giusto il tempo di farsi cacciare in malo modo da un esercito formato da mercenari arabi.

 

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