. «Spero nell’incastro magico delle prime, tre, quattro regate» spiega quando le si chiede un pronostico sulla competizione.
Per aggiudicarsi la Coppa delle 100 ghinee bisogna vincerne 7, per entrambi i contendenti ne mancano 6. A parte questo nulla è come nelle precedenti edizioni. Sono barche da corsa, è come se volassero sull’acqua. «Al momento. Non hanno più nulla a che fare con quelle del passato. Tattica e gestione di gara sono completamente diverse. Sono la massima evoluzione attuale della vela» spiega da velista appassionata che definisce interessante, difficile e affascinante commentare queste regate da lontano.
Per Flavia Tartaglini personalmente il fascino della gara sta nel vedere i ragazzi, che conosce, all’opera. Per gli altri è nella velocità. «, sono le navi di “Ritorno al futuro”», spiega, «è pura velocità e adrenalina e questo ha fatto innamorare chi ama i motori»., ma della vela come sport, nonostante le difficoltà. «La prima è il freddo della stagione invernale.
La vela è uno sport complesso: la preparazione atletica, la comprensione del vento, il capire l’avversario. «È alla portata di chiunque. Non ci sono marziani su quelle barche di, ma ragazzi cresciuti sugli optimist ai circoli». Sono le parole di una donna che il mare ce l’ha dentro. «Sono nata vicino al mare, i miei genitori non erano velisti. Avevano però dei kayak alla Lega Navale di Ostia e fin da quando sono nata sono andata in questo circolo velico.
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