Foto ApAl ribasso, per molti versi, l’intesa sulla Cop26 di Glasgow è arrivata. L’ha annunciata per primo il capo della delegazione cinese, Xie Zhenhua: «Abbiamo un accordo», ha detto poco prima della plenaria conclusiva, nella tarda serata del 13 novembre. C’è anche un nome: «Glasgow Climate Pact». Approvato anche un set di regole che aprono la strada al mercato globale delle emissioni di CO2, un capitolo chiave dell’Accordo di Parigi.
«Credo che il testo presentato risponda alle aspettative che gli Stati hanno rappresentato qui a Glasgow in modo equilibrato. Il testo riflette il compromesso di tutti. Il mondo guarda a noi, vuole un accordo qui. La mia intenzione è finire questa Cop oggi». Così il presidente della Conferenza a guida britannica Alok Sharma, nella plenaria informale del pomeriggio tra i quasi 200 Paesi coinvolti nei negoziati dal 31 ottobre.
Un’obiezione di metodo: il processo Cop a rigore fissa i target, tocca poi agli Stati fare le loro scelte nazionali, con impegni misurabili e verificabili. Come la Cina, l’India dipende in modo pesante dal carbone per la propria generazione di elettricità. A Glasgow, il premier Narendra Modi, si è impegnato ad azzerare le emissioni nette di CO2, ma solo entro il 2070. Ha anche ribadito l’impegno a incrementare in modo consistente il ricorso alle rinnovabili.
Il vicepresidente della Commissione Ue, Frans Timmermans, in un intervento accorato nella plenaria informale del pomeriggio, ha ribadito con energia la necessità di rispettare l’obiettivo 1,5 gradi, come soglia massima di aumento delle temperature del pianeta a fine secolo. È il traguardo “politico” minimo per una Cop: ribadire le disposizioni dell’Accordo di Parigi del 2015.
In molti hanno sottolineato le lacune nei testi, dichiarandosi comunque pronti ad accettare un compromesso. «Sosteniamo il testo in spirito di compromesso. Non è perfetto, ma può funzionare», ha detto, tra gli altri, il rappresentante del Brasile. Sulla stessa linea, il gruppo dei Paesi meno sviluppati , rappresentato dal Bhutan: «Il testo non è equilibrato, ma comprendiamo che non si può accontentare tutti.
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