è politicamente importantissima, non vincolante. Nessuna sanzione, se non sulla loro credibilità, può obbligare i 160 governi riuniti in Scozia a rispettare le promesse sottoscritte in questi giorni. Neppure quella di ieri di dodici Paesi e Stati federali di superare le energie fossili .
C’è però un aspetto che rende la Cop26 rilevante in maniera specifica per gli europei: la conferenza e i suoi impegni arrivano quando a Bruxelles sono già sul tavolo le proposte di legge della Commissione, queste sì vincolanti se approvate, per ridurre le emissioni al 2030 del 55% dai livelli del 1990 e azzerare le emissioni nette a metà secolo
. È il pacchetto di «Fit for 55». Inevitabilmente, la Cop di Glasgow è diventata un test degli orientamenti politici su quelle norme, di ciò che i governi pensano dell’approccio suggerito da Bruxelles. È stata una prova generale del negoziato imminente che deciderà di come centinaia di milioni di europei guidano, si alimentano o si riscaldano.hanno tutta l’aria di un messaggio inviato a Bruxelles.
Del resto l’auto non è il solo terreno sul quale l’Italia sta consumando un piccolo strappo con la Commissione Ue, senza rinunciare però ad abbattere la CO2. Anche inle proposte di Bruxelles suscitano perplessità a Roma.
Anche perché se non hai energia elettrica green in gran quantità a disposizione servono a poco le auto elettriche
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