, e il risultato è davvero un viaggio sorprendente. Ci ha abituati, del resto, la scrittrice a incursioni profondissime come in, uscito per Seb27, appena due anni fa. Un volume denso, scritto a più mani, sulla centralità della parola, dove Scego ha curato lemmi problematici e cavernosi come afrofuturismo e diaspora.
”. Scorrono tra queste righe, come rivoli di sangue, storie di esistenze spezzate, di bambini massacrati, di bambine deturpate, scippate per sempre dell’infanzia, quando non della vita stessa. Le esistenze che affollano le pagine di questo libro-inchiesta si atteggiano man mano a una cosa che somiglia sempre più a un gioco di scatole cinesi. Un capitolo ne contiene molte, una storia dentro l’altra. E, così, accanto alle donne che salvano, ci sono anche quelle che condannano.
E poi, ecco riaffiorare una ferita dal nostro recente passato, la strage del Rapido 904 che da Napoli portava a Milano. Nelle parole come piaghe, Rosaria rievoca quel Natale del 1984, in cui saltarono per aria dentro a un treno, tra Firenze e Bologna, circa trecento persone e si contarono 15 morti e 267 feriti. Quella che fu definita la prima strage di mafia che anticipava gli attentati degli anni Novanta, si fa scena vibrante.
Zoe e Sande sono nomi che evocano più di una setta, spazi di reclusione in cui l’appartenenza è senza via d’uscita. A parlare è Lucy. Il territorio di caccia qui è la Liberia, le vittime ineluttabilmente le donne.tenuti in piedi da un sistema corrotto di politica e favori.
Giovanni ente no avere piu me che ti un anno I versari mi grandi molto messi che tu.
Letta Giuseppo rischio daverre goali a Ankara estadium.
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