Per capire cosa potrebbe cambiare nella realtà è sufficiente guardare al caso italiano:
i colossi del websoft nel nostro Paese hanno raggiunto ricavi per 4,6 miliardi e hanno versato al nostro fisco quasi 80 milioni , con un tax rate del 31,4%, aumentabile al 40% e a 101 milioni se si considerasse la digital service tax. È evidente la sottostima del fatturato grazie alla sua allocazione nelle zone a tassazione agevolata.La classifica mondiale del settore è guidata da Amazon, con un fatturato di 314,6 milioni nel 2020: nel 2019 il colosso dell’e-commerce ne fatturata 228,6.
la capitalizzazione delle 25 softweb è aumentata del 20,7% nei primi nove mesi del 2021 e di quasi il 90% dal 2018 al 2020: valgono 10 volte l’intera Piazza Affari e al 15 ottobre 2021 sul podio prima è Microsoft con 1.969 miliardi, seguita da Amazon con 1.488 e Google con 733. Subito dopo ci sono Facebook con 667 miliardi e Tencent con 527.Per quanto ancora saranno possibili queste distinzioni? Se la digitalizzazione è ormai pervasiva e sta cambiando anche l’industria “tradizionale”, i colossi del websoft a loro volta stanno diventando sempre di più «conglomerate innovative».
E qualcuno ha ancora fiducia in quanto scrivono e producono?
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