Si chiamava Anila, aveva solo 26 anni e ha trovato la più atroce delle morti. Lavorando. Senza un perché, al momento. Anila Grishaj, 26 anni, di origine albanese, capolinea di uno stabilimento di surgelati dell'azienda Bocon a Pieve di Soligo in cui lavorava da oltre cinque anni, è morta ieri stritolata da un grosso macchinario per l'imballaggio. Le ha schiacciato le vertebre cervicali il robot pallettizzatore .
Il cordoglio in queste ore ha unito Treviso all'Albania: la notizia si è presto diffusa in serata anche nel Paese d’origine della giovane, rilanciata dai principali media d’informazione albanesi. Anila sui social aveva prestato un anno fa il suo sorriso per una campagna promozionale dell'azienda, nella quale venivano presentati i lavoratori: "Anila viene dall'Albania, un paese tutto da scoprire.
Anche la deputata Pd Rachele Scarpa, chiede che sia fatta piena luce: "Anila era un’operaia, una mia coetanea, una giovane lavoratrice morta sul luogo di lavoro, dove la vita la si prova a costruire, e dove non si dovrebbe mai rischiare di perderla. In attesa che si faccia chiarezza sulla dinamica, esprimo le mie più sentite condoglianze alla famiglia e a tutti i suoi cari.
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