Può un Paese costretto dalla pandemia a ripensare il modo con cui ha finora affrontato la cura e l’assistenza alla persona continuare a non pensare agli anziani non autosufficienti? E può continuare a credere che se ne occupino soprattutto e quasi sempre le donne?possono essere la scintilla di una riforma attesa da tempo
Per capire come si finisca spremute tra professione e urgenze di figli più o meno in crescita e genitori in declino, viene in aiuto lo studio di alcuni docenti dell’Università di Torino e dell’università di Macerata sulla relazione tra assistenza agli anziani e occupazione femminile compiuto comparando 21 Stati europei: è nei Paesi segnati da servizi carenti e da una cultura familo-centrica che mette tendenzialmente in capo alla famiglia la cura, che si riduce più...
, rinunciando, appunto, integralmente al lavoro o limitandolo al part time. Il che è quanto più o meno accade in Spagna e Portogallo o nel blocco degli Stati dell’Est, ma non è quello che accade nei soliti Paesi nordici, dove una cultura meno focalizzata sulla famiglia e una rete di servizi strutturati – a domicilio o residenziali – fanno sì che le donne che disinvestono nella professione in nome dei genitori siano appena il cinque per cento.
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