Il 6 aprile del 2014 un gruppo di manifestanti occupava l'edificio dell'amministrazione regionale di Donetsk, nell'Ucraina orientale, issando la bandiera russa. Da quel momento il Donbass è finito sulle prime pagine di tutti i giornali ma, inizialmente, con interpretazioni molto diverse da quelle che verrebbero fornite oggi dalla maggior parte dei media.
"Questa rivolta nell'est dell'Ucraina era vista come una rivendicazione dei propri diritti. Come un movimento spontaneo e popolare" spiega Cristiano Tinazzi a Today.it. E Mosca ha potuto contare proprio sull'equivoco della congruenza tra identità linguistica e russofilia: "Sono sempre state aree in cui si parlava più il russo che l'ucraino. Ancora oggi, in città come Kharkiv o Dnipro, si parla più il russo. Ma questo parlare il russo non identificava la popolazione come filo-russa.
"Spesso mi viene chiesto cosa pensino di questa loro guerra gli europei. E a volte mi capita di dover dire bugie, perché mi vergogno delle cose che vengono dette".
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