La selezione della specie ha premiato il più forte, punito la Mercedes e addolcito il week end nero della Ferrari con un secondo posto strappato da Vettel con le unghie fra gli olé delle tribune. Partiva ultimo il tedesco, festeggia sul podio insieme a Daniil Kyvat, il russo della Toro Rosso che fino a qualche mese fa lavorava al simulatore di Maranello., pensando a quei guasti che lo hanno appiedato sabato durante le qualifiche.
Ha vinto il più lucido, quello con più manico, quello che ha sbagliato meno. Un futuro campione del mondo. I sessantaquattro giri folli del Gp di Germania condensano di tutto di più in uno spettacolo incredibile condito da sette safety car e un numero incalcolabile di pit-stop: Max Verstappen fa esplodere la marea arancione con una vittoria che un giorno sarà ricordata come quelle di Senna e Schumacher sull’umido. La Mercedes non riesce nemmeno a salire sul podio nella gara di casa, tappezzata di stelle e di ricordi. Ai fini della classifica cambia poco, ma l’orgoglio dei dominatori è ferito.
È stata una corsa ad eliminazione, una lotteria infinita. Le condizioni cambiavano di continuo: pioveva ma l’asfalto si asciugava rapidamente, le intermedie si consumavano troppo inferta . E così la Ferrari prova a passare alle mescole d’asciutto, tutti la seguono ed è qui che va in scena il festival degli incidenti perché le curve sono trappole viscide. Anche il vincitore Verstappen rischia tantissimo ma miracolosamente riesce a controllare la Red Bull di traverso. Bravo lui e bravo Sebastian a tenersi lontano da guai, ad aspettare il momento propizio per attaccare dopo una domenica passata nei bassifondi a duellare con l’ex compagno Raikkonen e con i superstiti.
vettel esempio di tenacia furbizia e abilità viva FerrariF1 viva Italia
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