, il Capo dell’Ufficio Stile della Casa di Monaco è il geniale e controversoche, in quel periodo, stava ultimando la definizione di quella berlina Serie 7 E65 così discussa per la strana forma della parte posteriore.
Certamente non partì da zero poiché la Z8 volle essere, anche otticamente, l’erede di quella Bmw 507 del 1955, opera del leggendario stilista tedesco Albrecht von Göertz, unanimemente ritenuta una delle più belle roadster di tutti i tempi; pur parecchio ingrassata, la Z8 mostra infatti gli stessi stilemi nel muso, con il doppio rene Bmw esteso fino ai suoi margini, e la coda rastremata con le piccolissime luci; non mancano poi le branchie laterali: vera e propria cifra...
Abbiamo detto mamma ma avremmo potuto definire la 507 anche come la nonna, se facessimo riferimento al salto temporale tra le due, ma il fatto è che, se così fosse, mancherebbe un tassello poiché in quel caso la mamma della Z8 non sarebbe esistita come del resto non ne è esistita la figlia in quanto a Monaco abbandonarono con lei il progetto di contendere alla Mercedes Benz la nicchia di mercato della SL.
Abbiamo detto dello stile che è sicuramente parte importantissima di questa piacevolissima automobile ma potremo continuare con la definizione dell’abitacolo, ove lo zampino di Bangle appare molto più presente data la sua originalità, sia nella strumentazione centrale, un richiamo al passato molto suggestivo ma, ci sia permesso, poco pertinente su di un’auto così veloce, sia nel volante con le razze in tondino metallico richiamanti quelle degli spider inglesi degli anni...
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