Uno sviluppatore ha messo all’asta i quadri digitali del suo videogioco, ma non ha avvisato gli artisti coinvolti

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Da un videogioco del 2012 Jason Rohrer ha creato un’asta a base di NFT, ma alcuni degli artisti coinvolti non vogliono partecipare a una performance che pone seri dubbi sul piano ecologico

Dopo aver vissuto per qualche anno ai margini del mercato artistico, il mondo delle opere digitali basate sugli NFT. Questo da una parte ha fatto riemergere un tema caro a chi si occupa delle intersezioni tra arte, tecnologia, meme e filosofia, quello sul possesso di un bene digitale che può essere replicato migliaia di volte con un solo click, e dall’altra ha moltiplicato i tentativi di lucrare su questa bolla artistico/speculativa.

Qualche ora fa è apparsa infatti sul sito di “The Castle Doctrine”, il gioco a cui fanno riferimento le immagini, una sezione chiamata “” che è a tutti gli effetti una mostra mercato dei quadri virtuali inseriti nel gioco.

Rohrer si è anche affrettato a chiarire che all’epoca quelle opere furono donate senza alcun tipo di contratto, in amicizia, e di essere disposto a dividere con gli artisti i proventi dell’asta, ma per molti la questione va al di là del denaro e dei diritti di utilizzo.

 

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Pirata.

A l'entorn d'una massa d'Israëlians si que tenia corones. Sino no. 🌋Vint minuts dutxa inclosa si.

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