Con un'idea uguale e contraria, Alberoni spiegava l'innamoramento tra persone, in particolare l'amore delle coppie. L'amore è una forza rivoluzionaria: in piccolo è una ribellione assimilabile alla presa della Bastiglia. Non c'è amore, e non c'è coppia, senza un cambiamento radicale. Se la coppia è capace di rinnovare la sfida, a se stessa e al mondo esterno, allora può durare per sempre.
Basterebbe questo per fare di Alberoni un totem della cultura europea . Ma Alberoni era stato anche molte altre cose, fin dai tempi in cui arrivava con la sua decapottabile alla tristemente famosa università di Trento, della quale era rettore. Come sappiamo, proprio Trento fu l'incubatrice del terrorismo rosso.
Infine il suo capolavoro in questo settore: la collaborazione al lancio, per Pietro Barilla, del Mulino Bianco. Fu anche il primo a indagare il fenomeno nascente del divismo: pionieristico, e bellissimo, è il suo Il potere senza élite, roba del 1963. Era ed è considerato tuttora il più importante studioso internazionale dei «movimenti collettivi». I suoi libri più importanti sono Statu nascenti. Studi sui processi collettivi e Classi e generazioni .
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