La soluzione, anche se richiederà del tempo, deve essere di politica industriale: «Bisogna creare un cluster nazionale per la gestione e la valorizzazione delle risorse boschive – dice Marchetti –. Il Testo Unico Forestale del 2018 ha migliorato la situazione, regolando e uniformando la gestione dei boschi. Ma troppo poco si è fatto sul fronte industriale, per riorganizzare una filiera che, nel tempo, è andata perduta».
Assolegno sta inoltre lavorando a una piattaforma digitale di incontro della domanda e dell’offerta di legname, una sorta di Borsa nazionale del legno, che dovrebbe essere operativa entro l’anno e potrebbe aiutare a superare la storica frammentazione del patrimonio boschivo in Italia. L’altro passo è coinvolgere il governo: «Occorrono strumenti, come il credito di imposta, per sostenere la crescita delle piccole segherie», osserva Marchetti.
Avvisate Bolsonaro che può deforestare l'altro pezzo di polmone e che a breve riceverà le informazioni riservate del famoso rapporto governativo sulla raccolta delle arance.
E tutto il legname del dopo Vaia venduto all’estero
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