Il cocktail Negroni venne inventato a Firenze, per mano dell’omonimo conte che, negli anni Venti, era solito far aggiungere una dose di gin all’Americano, dando così i natali all’iconico drink rosso: una targa affissa sulle pareti dell'ex Caffè Casoni, nel pieno centro cittadino del capoluogo toscano, ne conserva il ricordo.
Oggi, a cento anni compiuti, si può dire che il Negroni non abbia una capitale di riconoscimento, essendo il secondo cocktail più bevuto al mondo , è praticamente conosciuto, ordinato e preparato ovunque, quasi sempre allo stesso modo ma spesso con diverse varianti frutto dell’estro e tecnica dei barmen.
Di certo, però, Milano rappresenta una sua onorevole piazza, non solo per la presenza di alcuni dei migliori cocktail bar d’Italia e del mondo , ma anche per un baluardo che ha fatto la storia del mondo del bar: il celeberrimoBar rivelazione dell’anno 2020, apre i battenti nel 1915 come “fratello minore” del Caffè Campari.
“Per quanto semplice sembri, ricordiamoci che gli ingredienti utilizzati sono molto ricchi nella loro composizione e quindi devono essere amalgamati alla perfezione per avere un risultato ottimale”. Cecca inizia con questa raccomandazione. Le tre parti devono essere di egual quantità , per miscelare il tutto è opportuno munirsi di un bar spoon, il cucchiaio dal manico lungo. Nella maggior parte delle volte il Negroni viene preparato direttamente nel bicchiere tumbler basso e si decora con una fettina d'arancia.
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