campagne di comunicazione d’autore e a 'popolare' gli uffici e il pastificio di Parma di quadri e sculture. A chiudere idealmente questo cerchio,che racconta e interpreta la storia dell’azienda, il suo rapporto con l’arte, la capacità di guardare al futuro e la vocazione a rispondere con l’innovazione ai bisogni di ogni epoca del suo tempo.
, a ricordare come negli anni l’arte si sia sempre intrecciata con la visione imprenditoriale di Barilla. L’opera in questione rappresentava un’azienda e un Paese: la fiducia nel domani, la volontà di lasciarsi alle spalle le difficoltà del dopoguerra e tornare 'in alto'. La scelta di rappresentare i 145 anni di Barilla attraverso un’opera che incrocia arte e pubblicità è quanto mai azzeccata. È nel primo dopoguerra che Pietro Barilla, alla guida dell’azienda assieme al fratello Gianni, capisce che la chiave del successo non è solo nella qualità dei prodotti, ma anche in una sapiente cura dell’immagine.
, oggetti fisici e immateriali al tempo stesso che ribadiscono l’importanza del contatto oltre la distanza.
Basti pensare alle cartoline pubblicitarie Barilla degli anni ’20 e ’30, le sorpresine del Mulino Bianco, che ha unito le tavole di tre generazioni di italiani, e il progetto 'Il pallone areostatico, per la sua stessa capacità di sollevarsi da terra, ha da sempre suscitato curiosità e ammirazione.– uno intento a salutare l’oggi, l’altro proteso a scrutare il domani – ma a tracciarne i contorni è la mano di Giuseppe Venturini, parmigiano come Mattioli e milanese di adozione.
Il francobollo a stelle e strisce che richiama l’italianità 🤣
Il futuro e l'entomologia.