"Grazie agli studi di ricerca molecolare e biologica sulla leucemia linfatica cronica, oggi abbiamo a disposizione farmaci molecolari intelligenti capaci di andare a bersagliare due target specifici, che per questa malattia sono essenzialmente il cosiddetto B cells receptor e il Bcl2. Oggi, e questa è una notizia molto importante, tra gli inibitori del Bcr abbiamo acalabrutinib in una nuova formulazione, molto più maneggevole sia dal punto di vista clinico che per il paziente.
"Ricordiamo che la leucemia linfatica cronica è una malattia dell'anziano, quindi il paziente spesso ha una politerapia in atto - precisa Gaidano - e in questo modo noi possiamo davvero garantire al paziente dei risultati di efficacia eccellenti. A 6 anni di trattamento si sono osservati risultati davvero sorprendenti, con il 78% dei pazienti vivi con questa formulazione terapeutica. Questo è quindi un passo avanti importante.
"La leucemia linfatica cronica - spiega l'esperto - è la leucemia più frequente nella popolazione adulta. E' una malattia dei linfociti B, quindi di un tipo specifico di cellule del sistema immunitario, in cui una sola cellula inizia a crescere e crescendo dà origine a tante cellule figlie, tutte caratterizzate da alterazioni molecolari che sostengono la crescita tumorale.
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