AGI - L'ultima segnalazione di una Anopheles sacharovi risale a 50 anni fa. Ma la zanzara conosciuta come un 'vettore' della malaria è tornata in Italia. Nei giorni scorsi è stata segnalata la sua presenza lungo la costa salentina tra Lecce e Otranto. Questa zanzara, insieme a un'altra specie, Anopheles labranchiae, era associata alla trasmissione della malaria prima che la malattia fosse eradicata dal paese nel 1970.
Questa ricerca infatti, finanziata dal Ministero della Salute e recentemente anche da fondi del PNRR, è stata avviata in Puglia e Basilicata sin dal 2018, in alcune aree storicamente endemiche per la malaria. Fino a ora erano state identificate solo Anopheles labranchiae, già segnalato in altre regioni italiane e ritrovato nel Gargano e nel Metaponto e Anopheles superpictus, ritenuto vettore secondario, presente in limitate aree della Basilicata.
Alla fine del 2022, il ritrovamento in un'area rurale del leccese di un unico esemplare adulto, identificato molecolarmente come Anopheles sacharovi, ha dato l'avvio, l'anno successivo, a una indagine entomologica mirata a confermarne la presenza e a ricercarne i focolai larvali. Larve di questa specie sono state ritrovate in aree naturali e protette, a basso o nullo impatto antropico; questo fa ipotizzare una sua presenza residuale anche nei decenni passati e un possibile lento ripopolamento, favorito dalla minore pressione delle attività umane e dall'assenza di trattamenti pesticidi a uso agricolo, oltre che dai fattori climatici favorevoli.
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