Arrivando dal centro di Napoli, all’uscita della stazione metro di Scampia, le prime immagini in cui ci si imbatte sono i volti, giganteschi, di Pier Paolo Pasolini e Angela Davis segnati dal viola delle strisce Human Tribe, marchio di fabbrica dello street-artist Jorit.
Giuseppe Aiello, 11 anni, in una scena di «L’immortale»: vive alle Vele, ed è stato scelto in un casting tra oltre 400 bambini “Scampia non è Gomorra”, si legge su un muro di via Labriola. «Gomorra ghettizza Scampia? No, il contrario. Ha ribaltato il cliché. I riflettori la stanno aiutando a ripartire». Non solo i riflettori metaforici su Scampia. Ma anche quelli di scena. «Si pensa poco all’indotto che questi set hanno messo in moto.
Un’altra immagine del set del film «L’immortale» in uscita il 5 dicembre che racconta l’infanzia del boss di Gomorra Coltivare talenti suggerisce D’Amore. «Nelle quattro stagioni, e nel 2020 gireremo la quinta, abbiamo fatto lavorare centinaia di persone in diversi ruoli» racconta Riccardo Tozzi, fondatore di Cattleya. Su un set come quello de L’immortale o sulle stagioni di Gomorra il cast è oltre al 90% napoletano, nelle troupe circa il 65% è locale.
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