Il modello di cabina della nuova cabinovia di Trieste esposto in piazza in assetto anti sommossa sulla strada del Friuli e in via Braidotti, sulle colline di Trieste, per presidiare i lavori di carotaggio nel terreno, ispezioni indispensabili per capire se lì potranno essere posizionati i piloni della nuova cabinovia metropolitana della città. È un progetto a cui il comune crede molto e a cui da due anni un comitato civico e associazioni ambientaliste si oppongono in modo tenace.
Trieste si trova al confine con la Slovenia ed è collegata al resto d’Italia da una stretta e lunga porzione di territorio che si estende a nord della città. A ovest c’è il mare e a est c’è l’altopiano del Carso. Le strade nella zona nord sono storicamente carenti: la 14, chiamata costiera, deve essere sistemata di continuo per via di smottamenti e frane. Le altre strade, come la strada del Friuli, la via Commerciale e la via Bonomea, sono ripide e strette in diversi punti.
Secondo chi si oppone al progetto, il comune ha fatto male i conti e la cabinovia rischia di essere uno spreco di soldi pubblici. Il comitatotutti i dubbi in dieci punti. Il primo riguarda la bora, il forte vento che spesso interessa Trieste: si prevede che la cabinovia dovrà star ferma almeno due mesi all’anno per via del vento, oltre a 18 giorni per le operazioni di manutenzione.
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