È stata proposta da Benedetto Riccobono, Vincenzo Miceli, Giampiero Farotto e Francesco Mazzucco e intende facilitare,con i mezzi a disposizione del Comune, la possibilità di attrazione di nuove aziende e la creazione di posti di lavoro.
È stata anche citata l’Agenzia di sviluppo Aleramo, creata per gli stessi obiettivi, ed è stata ribadita la notizia che un’azienda francese del settore del freddo avvierà a breve la propria produzione a Casale e una australiana intende farlo, ma per ora è bloccata dalla pandemia.
Sull’Imu, visto che la proposta è solo per la parte che riguarda il Comune, il risparmio per le aziende non sarà enorme, se si considera che i capannoni possono variare da 1500 a 5000 metri quadri e che la parte comunale è circa la metà del totale. Un’osservazione avanzata anche da Giorgio Demezzi della lista civica Ritrovare Casale e dai rappresentanti del Pd, che poi si sono astenuti. La Tari, che viene calcolata anche sulle superfici occupate, invece potrebbe rappresentare un buon risparmio proiettata su tre anni di mancato pagamento.
Questa decisione si affianca a un’altra che nei mesi scorsi era stata presentata , e poi approvata in Consiglio, dall’assessore all’Urbanistica Vito De Luca . Riguardava le aree ancora libere della zona industriale denominate Pip5, dove il costo è stato diminuito da 54 a 36 euro al metro quadrato.
Italiane, spero...
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