"Le udienze da remoto, senza dubbio, hanno costituito e tutt'ora costituiscono lo strumento indispensabile a consentire la sostanziale continuità dell'attività giurisdizionale". Lo ha detto il presidente delAnno Giudiziario, leggendo la Relazione sull'attività giudiziaria svolta nel 2020
"L'attività giurisdizionale - ha proseguito - si è sempre svolta con regolarità: in particolare, la fase di discussione in udienza, tranne pochi inconvenienti tecnici, comunque prontamente risolti, è risultata sempre efficace; parimenti lo sono state le successive camere di consiglio decisorie"."Non posso negare, tuttavia – ha proseguito -, chea garantire l'immediatezza del contraddittorio processuale e la migliore collegialità decisionale.
"Due sono le particolari implicazioni processuali riscontrate in ordine a tali impugnative: - la loro appartenenza alla sfera della cd. alta amministrazione, che ha reso oltremodo delicata la ricerca del punto di equilibrio tra effettività della tutela giurisdizionale e rispetto dei limiti della discrezionalità amministrativa; - e il rapido succedersi di tali decreti, sempre ad efficacia temporanea".
"Emblematica in tal senso è la definizione del fenomeno – ‘paura della firma' - coniata dalla dottrina e riferita ai funzionari pubblici che sono chiamati ad assumere le decisioni amministrative e che si astengono dal farlo"."Altro elemento che incide sul volume del contenzioso è certamente l'eccessiva domanda di giustizia, originata, oltre che dall'inefficienza anzidetta, dall'inesistenza di opportuni strumenti deflattivi".
quale giustizia?
ECCO...!
Se mettessero d’accordo almeno tra giudici...
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