. Dalla terra potrebbe arrivare nuova ricchezza, in un periodo di scarsità di materie prime: minerali considerati rari e sempre più usati nelle tecnologie che dovranno favorire la transizione energetica come batterie agli ioni di litio, turbine eoliche e celle fotovoltaiche. Queste materie prime considerate "critiche" dall'Unione europea sono presenti sul territorio nazionale e potrebbero contribuire a ridurre la dipendenza dall'estero, dalla Cina.
Questi materiali sono cruciali per i cinque settori dell'economia europea considerati strategici dalla Commissione: energia rinnovabile, mobilità elettrica, industria ad alta intensità energetica, tecnologia dell'informazione e della comunicazione, aerospazio e difesa. In generale, il progresso tecnologico e la qualità della vita dipendono dalla disponibilità di questi materiali. Ad esempio, uno smartphone può contenere fino a 50 diversi tipi di metalli.
Ora, le risorse minerarie tornano di interesse pubblico, specie dopo l'annuncio del ministro Urso. Già nel 2020 erano stati richiesti dei permessi di ricerca per la valutazione dell'eventuale ripresa di vecchi siti minerari di minerali metalliferi, soprattutto nell'arco alpino piemontese e lombardo.
Ora, il governo Meloni tramite il Ministero delle Imprese del made in Italy vuole investire nuove risorse per riaprire alcune miniere chiuse da 30 anni, in cui, secondo il Mimit, si troverebbero 16 delle 34 materie prime critiche indicate dall'Ue: cobalto, nichel, rame e argento in Piemonte, "terre rare" in Sardegna, oltre alle citate riserve di litio nel Lazio.
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