e non sempre favorevole agli studenti disabili le indicazioni ministeriali rispetto alle percentuali di presenze a scuola. Inoltre, poiché ogni decreto ha avuto vita breve, gli istituti hanno dovuto riorganizzarsi di continuo, e a farne le maggiori spese sono stati i soggetti meno tutelati.
“Servono nuove prospettive per la scuola nel suo insieme, un cambiamento che sta cominciando a prendere piede con un nuovo patto di corresponsabilità educativa tra tutti i soggetti coinvolti”, spiega la pedagogista Francesca Palmas, della consulta dell’.
Il rispetto delle norme sul distanziamento fa riaprire la riflessione sull’esigenza di nuovi spazi per la scuola “C’erano dieci-dodici studenti in classe che venivano a giorni alterni, mentre il ragazzo con disabilità veniva tutti i giorni”, spiega Francesco Maracci, collaboratore del dirigente. “Quest’inverno avevamo quattro classi che entravano a scuola in questa modalità. In primavera sono diventate sette perché abbiamo individuato altri ragazzi con difficoltà linguistiche. Alla fine abbiamo comunque rispettato la percentuale del 50 per cento di studenti a scuola.
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