BOLOGNA. Mattia Santori dice che lui e le sue Sardine avrebbero bisogno di una vacanza e invece «ci sono sei regioni che ci chiamano ogni giorno perché hanno l'impellenza di combattere Salvini».
I giornalisti lo assediano e Santori non si tira indietro: l'incontro col premier Conte? «Stiamo incrociando le agende». Il prossimo referendum sul taglio ai parlamentari? «Non sempre al nostro interno c'è una linea condivisa, non è detto che ci esporremo per un “no” o per un “sí”». La polemica con le Sardine romane? «Nessun problema, solo qualcuno che ha deciso che è in proprietà di 130 mila persone»".
La scadenza più vicina del movimento resta il congresso di Scampia a metà marzo, ma c'è pure spazio per una considerazione sugli effetti delle elezioni emiliano romagnole: «Salvini ha avuto una sconfitta pesante e la destra si è un po' ridimensionata, è un bene se diventa più moderata». Intanto Casini se ne va, giusto il tempo di commentare «quando vedo gente che partecipa e non insulta è sempre positivo».
Domani le Sardine incontrano il ministro del Sud Provenzano, il processo organizzativo intanto prosegue: «Le Sardine non sono più appannaggio di noi quattro fondatori, la lettera a Conte è frutto del lavoro di 30-40 persone fra bolognesi ed emiliano romagnoli, e l'idea è allargarsi alle altre regioni»."Chiunque ha il diritto alla libertà di opinione ed espressione; questo diritto include libertà a sostenere personali opinioni senza interferenze....
La frittura si mangia in tutte le regioni.
Servi delle multinazionali
Andate a fare in culo
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