San Patrignano contro Netflix: “Un racconto tendenzioso e parziale”

RIMINI. Contrastata e drammatica la storia di San Patrignano lo è stata per vent’anni, quando quella che era destinata a diventare la più grande comunità per tossicodipendenti d’Europa era governata con metodi estremi dal suo fondatore, Vincenzo Muccioli.

Secondo la direzione di SanPa, «il racconto che emerge è sommario e parziale, con una narrazione che si focalizza in prevalenza sulle testimonianze di detrattori, per di più qualcuno con trascorsi di tipo giudiziario in cause civili e penali conclusesi con sentenze favorevoli alla Comunità stessa, senza che venga evidenziata allo spettatore in modo chiaro la natura di codeste fonti».

Si esprime anche il timore che contenuti così caratterizzati abbiano effetti negativi su persone e famiglie che affrontano il problema della tossicodipendenza: «Persone alle quali San Patrignano ha sempre aperto le proprie porte e che ha accolto gratuitamente in un programma terapeutico basato su principi e metodi molto distanti da quelli descritti nella docu-serie».

Da Netflix per il momento non commentano, certo che il materiale su cui hanno lavorato la regista Cosima Spender e Produzione 42 riguarda il periodo più controverso di SanPa, dalla nascita della comunità nel 1978 fino alla morte di Vincenzo Muccioli nel 1995.

Fra le righe del comunicato si legge anche il disappunto per aver aperto le porte di SanPa alla regista nella fase di lavorazione della serie, la prima del genere prodotta in Italia da Netflix, una scelta fatta «per trasparenza e correttezza», con la regista che «è stata libera di parlare con chiunque all’interno della comunità».

chi c'è dietro Netflix ?

Ovviamente a SanPa possono pensarla diversamente. onestamente a me sembra un bel documentario molto centrato e nient’affatto parziale e tendenzioso. Si è dato spazio a tutte le voci. È impensabile che un personaggio come muccioli non abbia commesso degli errori.

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