Un infarto, la paura, la scoperta di un nuovo se stesso. Ecco la confessione di Roberto Vecchioni a OK. «E all'improvviso un tuffo al cuore. Una lama nel petto, il respiro mozzato. La corsa all'ospedale Cannizzaro di Catania. Poi la diagnosi: ischemia cardiaca. Sono in tournée in Sicilia e il mondo mi crolla addosso. È successo parecchi anni fa, ma gli stessi brividi freddi che ho sentito quel giorno li provo oggi, quando torno a raccontare questa storia.
Il peggio deve ancora venire. I medici mi dimettono presto, ma mi prescrivono di diventare un altro Roberto, un nuovo Roberto. Attenzione al cibo e all'alcol, poco stress, fumo zero, medicine tutti i giorni, seguire uno stile di vita sano. Un consiglio? No, un diktat. E io mi sento strano, fuori posto, guarito nel corpo ma a disagio. Comincia a crescermi dentro la paura. La paura che non sarei più stato quello di prima.
Per molto tempo vivo in pace col mio corpo e non mi preoccupo delle leggere aritmie che ogni tanto avverto. Fino a quando, siamo nel 2003, comincio a sentire dolori continui al petto e a una spalla. È il caso di farmi visitare. Mi prescrivono una lunga serie di esami clinici, dai quali risulta evidente che si deve operare al polmone. C'è qualcosa, un corpo estraneo, una macchia, che non può stare lì dove l'hanno trovata.
Infarto Ischemia Roberto-Vecchioni
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