“Certo non andiamo lì per turismo. Vorremmo firmare, ma con Kais Saied non si sa mai”. Le parole di un’alta fonte europea, alla vigilia della terza visita a Tunisi di Giorgia Meloni - la seconda insieme a Ursula von der Leyen e Mark Rutte - lasciano capire che anche quella di domenica potrebbe essere una missione al buio. L’ennesima nel giro di pochi mesi, senza alcuna garanzia di riuscita o al massimo di una riuscita molto parziale.
È l’eco che arriva in Italia su quanto sta avvenendo a Sfax, “solo a giugno 160 morti, il mese più ‘mortale’ quest'anno - twitta la Sea Watch International - La città tunisina di Sfax è il principale punto di partenza per le persone in movimento. L'attuale situazione in Tunisia dimostra che non è né un luogo sicuro per le persone in difficoltà, né un paese di origine sicuro”.
Domani la premier italiana, la presidente della Commissione europea e il premier olandese - che tra l’altro è in uscita dalla scena politica, si è dimesso e non si ricandiderà alle elezioni del prossimo 22 novembre - tentano di salvare il salvabile, sperando di tornare a casa almeno con un piccolo accordo, visto che quello più grande non è realizzabile per via dell’indisposizione di Saied a firmare un’intesa con il Fondo monetario internazionale in cambio di riforme che...
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