lo scorso 27 maggio. È chiaro che tutte le misure accolte e adottate non possono essere rigide: devono necessariamente prevedere unche si presenteranno da settembre in poi.
che conducono allo sviluppo di febbre e sintomi respiratori e/o gastrointestinali. Oltre a ciò, in base ai dati delle precedenti epidemie influenzali, sappiamo che i bambini rappresentano sia laprincipali vettori di tale virus, avremmo ritenuto prioritario rinforzare laridurre il ricorso ai servizi sanitari
, soprattutto qualora dovesse rialzarsi il livello di diffusione del SARS-CoV. In particolare, come pediatri di famiglia, avevamo raccomandato sia che alla ripresa scolastica tutti gli alunni fosserovaccinazione contro l’influenza stagionale . Perciò ammetto che ci ha sorpreso e allarmato constatare che nell’attuale Piano Scuola 2020/2021 non ci sia alcun riferimento alle vaccinazioni, da noi inteso come unper le garantire la salute del singolo bambino e la salute della collettività.»«Sì. Manca ogni riferimento al necessario, che rappresentano uno dei principali anelli di sostegno alle famiglie. Promuovere in modo ufficiale un raccordo fra la scuola e i pediatri di famigliadegli ammalati.
Quali sono invece le strategie assistenziali e organizzative contenute nel piano Scuola 2020/2021 che avevate caldeggiato fin dall’inizio voi pediatri per un rientro a scuola in sicurezza? Possiamo ricapitolarle e “ripassarle” una a una?
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