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Il disincanto del Nazareno. “È una scissione senza pathos”

 

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Comdata, dopo la crisi è arrivata la ripresa - La StampaIVREA. Dopo le tensioni e gli scioperi dei mesi scorsi, arrivano notizie positive per il Gruppo Comdata, azienda che si occupa di call-center e customer operations con sede a Ivrea. Il gruppo, questa mattina, ha annunciato un rafforzamento di commesse e personale che coinvolge proprio il sito eporediese dove lavorano oltre mille addetti.A partire dal 13 settembre termineranno i contratti di solidarietà, avviati lo scorso luglio in accordo con i sindacati: contratti che erano inizialmente previsti fino al prossimo gennaio. «Grazie all’aumento dei volumi delle commesse in gestione - spiega l'azienda in una nota - il gruppo ha quindi la possibilità di anticipare di ben 4 mesi la chiusura della solidarietà e di riprendere da subito il regime ordinario». Inoltre, il Gruppo dà concreto seguito all’impegno assunto per rafforzare ulteriormente il centro operativo di Ivrea: dal 16 settembre, infatti, Comdata ha previsto l’ingresso di nuove risorse, in aggiunta alle attuali, per gestire l’incremento delle lavorazioni in corso e potenziare i servizi che gradualmente verranno introdotti. «Comdata Ivrea si appresta quindi a proseguire la propria attività con una base solida e concreta, per chiudere l’anno guardando con fiducia ai prossimi mesi e nelle migliori condizioni possibili per affrontare le sfide future».
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Rep'Laprimacosabella di lunedì 16 settembre 2019 è PrimozRoglic, ciclista sloveno, che ha appena vinto la Vuelta. Non è per questo che va ammirato'. Di Gabriele Romagnoli
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Diventa campanaro per salvare la tradizione - La StampaBRONDELLO (CUNEO). Le campane più antiche sarebbero arrivate dalla Cina, millenni fa. Ma leggenda narra che la prima dotata di batacchio la si debba a San Paolino di Nola. Dall’anno Mille in poi tutte le chiese ne sono fornite, mano a mano che si affina l’arte dei fonditori e si riesce a trasformare il linguaggio in suono. Quello a distesa significa lutto o un lieto evento, poi c’è la chiamata a raccolta degli abitanti. In Italia la più grande campana si trova a Rovereto: è la «Maria Dolens», pesa 22.639 kg, ed è stata fusa con il bronzo dei cannoni delle nazioni che parteciparono alla Prima guerra mondiale. A ogni tramonto, con i suoi 100 tocchi lancia un messaggio di pace. Nella civiltà dei campi, invece, il suono avverte dell’arrivo di temporali e grandine. Ogni valle ha maturato le sue consuetudini in fatto di campane: come e quando suonarle è diventato un bagaglio di memoria locale da tramandare. Un messaggio che ha raccolto Emidio Maero, 49 anni: «ritiratosi» il campanaro del paese, ha voluto impararne i segreti perché non andassero perduti. Non ogni giorno, ma nei momenti particolari della vita comunitaria, dove «s’impone» di rispolverare l’antica tradizione. E Brondello, 275 abitanti, piccolo scrigno di natura e arte che la provincia di Cuneo regala anche nel Saluzzese, ha una «baudetta», di cui va orgoglioso. «Ero amico di chi lo faceva prima - racconta -. A Brondello esiste una bella tradizione. In passato, per esempio, ai funerali c’era chi suonava dal castello e chi rispondeva dalla chiesa. Ora è tutto meccanizzato, ma non volevo che si perdesse. Così ho filmato come veniva eseguita la «baudetta», le sequenze di musica a festa». Imparare non è stato facile, Maero, però, non è tipo da arrendersi: «Ho iniziato esercitandomi su latte da cinque litri di olio». Ora, quando lo chiamano, Emidio sale sul campanile, impugna i due martelli con cui batte il bronzo e lega il batacchio con una fune al piede per poterlo suonare. Nel mentre rispolvera la sequenza picch
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