che uscirà nel 1970 con la bellissima Jean Seberg. Capita però un drammatico imprevisto. Il giovane attore coprotagonista viene morso da una vipera e sarebbe morto se il previdente Risi non avesse acquistato in anticipo un siero anti veleno in una farmacia di Casablanca. È un aneddoto che il regista racconta in una video intervista, un esempio di una certa «intelligenza manuale» che, in quel caso, salvò una vita.
Chi conosce lo spirito di Risi sa quanta importanza abbia la fattività, l’atto e il fatto anche nell’arte. Nel 1970 esce pure la sua quarta raccolta in versi,. E proprio in quel libro, nella nota che lo accompagna, Risi parla di «passione pratica» che certo entra in risonanza con quell’«intelligenza manuale» tipica del suo agire.
Aveva alle spalle una formazione scientifica e poi la guerra, fu sergente di sanità e si fece più di 500 chilometri a piedi per tornare da Stalingrado, viaggio durante il quale vide di tutto , al pari della moglie, la scrittrice Edith Bruck, deportata ad Auschwitz a tredici anni. Insomma la chiarezza di idee di cui parla Cucchi non indietreggia.
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