Questo articolo è pubblicato sul numero 10 di Vanity Fair in edicola fino al 16 marzo 2021
Nelle campagne bolognesi, proprio nel cuore della Motor Valley italiana, si realizzano le supercar che tutto il mondo ci invidia. E, sempre qui, si formano e poi si «mettono a punto» anche i piloti. I driver professionisti, soprattutto durante le gare di endurance, sono soggetti a sforzi fisici estremi e a sollecitazioni differenti da quelli degli altri sportivi.
. «Abbiamo fatto un’analisi della camminata e della corsa col Walker View, un tapis roulant supertecnologico che ci dà informazioni di carico, di rotazione, e che ci aiuta non solo a migliorare la performance, ma anche a prevenire infortuni», riassume Poletti. «Poi abbiamo fatto cinque test per valutare forza, resistenza, equilibrio, coordinazione e velocità, con un attrezzo che si chiama D-Wall e che è collegato a uno specchio digitale.
Accanto alla palestra si trovano un’officina per i bolidi, che sembra la sala operatoria di una clinica per vip, e un hangar-showroom. Tra vetture che hanno fatto la storia delle corse ed esemplari rarissimi ,, un’auto da strada che, però, mutua soluzioni dalle Huracán Super Trofeo EVO sviluppate per il campionato monomarca da Lamborghini Squadra Corse. Col suo propulsore V10 ad aspirazione naturale da 640 CV che genera 565 Nm a 6.
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