BUDAPEST. Seconda udienza del processo Salis, oggi a Budapest. Udienza chiave, perché l’attesa è per la concessione dei domiciliari. Ilaria Salis – da 13 mesi in carcere a Budapest con l'accusa di aver aggredito tre militanti di estrema destra – è entrata in aula ancora con manette ai polsi, ceppi e catene alle caviglie, e una catena tirata da un agente come un guinzaglio esattamente come accaduto nell'udienza del 29 gennaio.
Intanto un gruppo di estremisti di destra ha attaccato legali e amici di Ilaria al loro arrivo al tribunale. «Stai zitto o ti spacco la testa», è quanto si è sentito dire uno degli amici della maestra milanese. «Ci aspettavano e ci hanno insultato e minacciato in ungherese», ha detto l'avvocato Eugenio Losco. «Ci hanno ripreso con i telefonini, e il nostro traduttore ci ha detto che ci stavano minacciando», ha proseguito Losco.
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