Prima un posto di lavoro, ora 50 euro e una bolletta. Nel tariffario del voto la faccia dell’Italia poveraVoto di scambio e corruzione: la scheda elettorale come una piccola «cambiale». Nei verbali delle inchieste di Puglia e Piemonte emerge un Paese di abusati e uno di approfittatoriche però offriva in cambio tutti gli amici del figlio «da far votare» e il rampollo in persona come «rappresentante di lista».
tradito il minimo patto di decenza tra eletto ed elettore: tu mi voti e io ti garantisco almeno servizi standard da Paese civile, per esempio ospedali efficienti Nulla di nuovo sotto il sole, certo, nell’Italia del comandante Lauro e delle sue scarpe sinistre in omaggio prima delle elezioni.ricorda che da ragazzino il voto dalle sue parti valeva un posto di lavoro: in ospedale, al Comune, magari alle Poste. Bei tempi, verrebbe da dire, se non suonasse grottesco.
. Se c’è un approccio sbagliato per guardare ad essa, dentro la parte più debole di questa storia, è un’indignazione da analisti della Ztl. Per chi s’arrangia con la pensione minima o con 500 euro di mensile in nero o ha cominciato a fare la coda alla Caritas dopo una vita di precarietà, quei 50 euro o meno, allungati dagli spacciatori di politica, possono essere una tentazione molto forte.
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